trio
In campagna... 6. Insieme
di Calaf
18.08.2016 |
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"Lei raccoglie le mutandine da terra e si avvia verso il bagno, vuole fare una doccia per togliersi di dosso il seme di lui che pure, camminando, si spalma..."
Il mattino successivo Silvia si sforza di essere normale durante la colazione, vede gli altri interagire tranquillamente come nulla fosse successo. La situazione le pare assurda eppure così…… piacevole. Nessuno pare avere sensi di colpa quasi fosse tutto naturale.
Vanno al lavoro e trovano tutti gli altri ragazzi e ragazze. Silvia si accorge di essere ipersensibile a tutto ciò che può avere un risvolto sessuale. Le battute dei ragazzi, un bacio scambiato tra le foglie da due giovani, la manata sul sedere di una ragazza lì vicino che risponde ridendo. Ogni cosa le pare arrivare direttamente alla micina facendola inumidire.
Accoglie con gioia l’interruzione per il pranzo ma anche lì, seduti intorno a tavoli improvvisati, le battute si sprecano, le mani sotto il tavolo vagano dappertutto. C’è un’allegria generale che alla fine la coinvolge e anche lei partecipa a giochi e scherzi considerando normale tutto quanto.
La sera a cena accetta senza protestare che Alfredo le poggi la mano sulla coscia sotto la tovaglia, che la carezzi. Vede Emilio fare lo stesso con Maria e non fa una piega. Solo Pia e Mario paiono “seri” .
Aiuta Maria a sparecchiare, a pulire le stoviglie, e va in camera, direttamente alla finestra, fissando l’aia. Poi si fa coraggio, scende veloce per le scale, esce dal retro e raggiunge il fienile vuoto.
Non deve attendere molto, entra Mario che resta sorpreso dal vedere lei che prima gli fa cenno di stare zitto e poi gli si avvicina, lo abbraccia e lo bacia.
Sta bollendo Silvia, stupidamente nemmeno ha pensato che presto dovrebbe arrivare Pia, bada solo al corpo solido di Mario contro il suo, ai muscoli forti, alla pelle abbronzata, alla bocca dolce di cui s’è impadronita invadendola con la lingua. Poteva essere Alfredo e sarebbe stato lo stesso, lei voleva solo farsi trovare lì da un maschio eccitato.
Mario reagisce al bacio prendendole a piene mani le natiche, tirandola a se. Già in erezione lo preme contro il pancino di lei che si stacca, slaccia la cintura e glielo tira fuori sospirando deliziata nel trovarlo pronto, grosso anch’esso, duro come piace a lei.
E’ così che li trova Pia, entrata insieme a Alfredo per l’ennesimo partouze.
Resta senza parole vedendo sua figlia stringere e carezzare l’uccello di Mario, le sue sensazioni sono ambivalenti, l’ira di vedere sua figlia in atteggiamenti “sconvenienti” e un po’ di gelosia per quell’uccello che ritiene solo suo.
Silvia la guarda con aria di sfida continuando a carezzare Mario. Passa un minuto senza che nessuno parli poi si muove Alfredo prendendo Pia per un braccio e tirandola verso il fieno.
- Tranquilla Pia, ce n’è per tutte e due. Anche tua figlia vuole divertirsi, vuoi essere egoista e negarglielo? -
Pia non risponde, ha già le mani di Alfredo addosso che la carezzano, la spogliano. Continua a guardare la figlia e china la testa in un muto cenno d’assenso. Silvia lo prende per un accordo e s’inginocchia, vuole sentire con la bocca quel cazzo duro che la sta facendo bagnare.
Così madre e figlia fanno l’amore l’una di fianco all’altra, a poche decine di centimetri di distanza, con i due fratelli che addirittura a un certo punto si scambiano di posto. Alfredo va da Silvia e la penetra a pecorina, dopo poco la sente venire e prova a cambiare buco.
Silvia che ha appena goduto e è ancora illanguidita non si oppone, è curiosa, ma essendo la prima volta per lei non è per niente facile. Vorrebbe aiutarlo ma non sa come fare e il dolore che sente non appena lui mette dentro la punta la fa scartare in avanti, sottrarsi a quella penetrazione. Silvia si volta, vede Alfredo arrabbiato, ma il dolore è veramente troppo per lei, e allora gli suggerisce un’alternativa:
- Va da lei, fai come ieri sera, voglio vedervi -
Lo dice in un sussurro ma lo sente anche Pia immobilizzandosi mentre cavalca Mario.
Sua figlia l’ha vista prenderne due insieme……..e vuole vederlo ancora. Si eccita ancora di più, una vena esibizionistica che non sapeva di avere viene fuori. Ora vuole che Silvia la veda, vuole che osservi come riesce a prenderli entrambi insieme. Si china sopra Mario, porge le terga a Alfredo che senza nemmeno lubrificarsi spinge e entra quasi tutto.
Ancora si sente riempita come non mai in quel rapporto che ha imparato a apprezzare e che la manda fuori di testa. Si muove stretta tra i due, geme e urla piano il proprio piacere mentre Silvia s’è accomodata su una balla di fieno, li guarda e si masturba con gli occhi brillanti.
La novità del pubblico sferza i sensi anche di Alfredo e Mario. Quest’ultimo sente di stare per venire e esce dalla vagina lasciando l’uccello prigioniero tra i due addomi resi scivolosi dai primi schizzi di sperma. Gode così, sentendo sopra il peso di tutti e tre quando Alfredo gode a sua volta, profondamente dentro l’ano di lei, e crolla sopra la sua schiena senza forze.
E’ notte fonda. Lontano si sente l’ululare triste di un cane. Nella fattoria tutti sono a letto. Alfredo e Mario dormono il sonno dei giusti a casa loro, felici. Così anche Emilio e Maria, nello stesso letto, fregandosene di nascondere il segreto di pulcinella. Pia E Silvia invece stentano a addormentarsi. La prima ha paura. Paura che la figlia racconti al marito ciò che ha visto, paura di essere giudicata da lei, ma teme soprattutto il momento inevitabile in cui sarà costretta a tornare alla vita di tutti i giorni.
Silvia invece è soprattutto turbata da se stessa, dalle proprie emozioni e reazioni. Non è da lei essersi concessa come ha fatto a Alfredo e Mario, subito, senza remore, eppure è pronta a rifarlo anche subito. Si addormenta accettando la cosa così com’è, pensando che finirà appena tornata alla quotidianità antecedente e quindi vale la pena vivere quel momento appieno.
La giornata di lavoro scorre veloce, il bel tempo li assiste nella vendemmia e parecchi carri vanno verso la cantina sociale. Emilio ha deciso che una vigna in particolare, quella che ritiene migliore, la terrà per sé, per fare lui il vino, e la lascia per ultima a prendere ancora un po’ di sole.
E’ di nuovo sera, a cena sono tutti stanchi ma contenti e mangiano con appetito.
Pia si sbriga con i lavori di casa e raggiunge Silvia nella sua stanza, deve parlarle, capire cosa pensa. La trova distesa sul letto pensierosa. Il senso di colpa la fa fraintendere, le fa credere che pensi a lei e invece Silvia sta solo decidendo se restare in camera facendo finta di niente o uscire ancora, e succeda quel che succeda.
- Silvia, io non voglio che pensi male di me. Non lo so com’è successo ma io…… -
Silvia la blocca subito. Vuole bene a sua madre, ha già deciso che non la giudicherà.
- Lascia stare mamma, io non penso male di te. Ti capisco. Forse è l’aria di campagna, forse il cambio di abitudini, anche io non sono quella che hai visto ieri sera. In città avrei dato uno schiaffo a Alfredo, qui invece…….. –
- Hai intenzione di dirlo a tuo padre? –
- No mamma, e non solo perché ti voglio bene, ma anche perché sarebbe inutile, anzi cattivo e non risolverebbe la situazione. Ciò che è stato è stato. Presto finirà, torneremo a casa e saranno solo ricordi. Ti stai… ci stiamo prendendo una vacanza dalla vita reale, almeno che siano bei ricordi. –
- Intendi……… intendi andare al fienile stasera? –
- No, non perché non ne abbia voglia, ma è meglio che quei due non ci diano per scontate. Alfredo è un porco, sarebbe capace di chissà che……… -
Le due donne si abbracciano senza parole e Pia esce contenta già pensando ai due ragazzi.
Silvia resta sola, apre un libro e solo a metà pagina si accorge di non sapere nemmeno cosa stia leggendo. E’ inquieta. Rimpiange di non essere andata al fienile ma, in fondo, è meglio che Pia li abbia tutti per se.
Ha sete e scende in cucina per un bicchiere d’acqua. Percorre il corridoio e scende le scale. Dalla camera di Emilio non arrivano i soliti “rumori”, lei se ne accorge solo in cucina, vedendo lo zio davanti al frigorifero aperto.
Lui si volta e la vede:
- Ciao Silvia, vuoi qualcosa da bere? –
- Ciao zio…. E Maria? –
La domanda le sfugge involontaria tradendo la sua conoscenza.
Emilio non fa finta di niente, preferisce essere diretto.
- E’ tornata a casa. Le è arrivato il periodo e si sentiva poco ben, sai com’è –
Silvia è in canottierina, senza reggiseno, e con un paio di mutandine a culotte rosa. Emilio la guarda e apprezza il corpo di lei che, accorgendosene, istintivamente si copre con le mani seno e pube. Anche lei guarda lui, in pantaloncini corti, senza maglietta, i pettorali ben delineati, le braccia muscolose. Guarda anche in basso prima di potersi trattenere.
Emilio scoppia in una risata.
- Beh, ti vergogni di me ora? –
Silvia arrossisce, non ha pensato di mettersi qualcosa addosso. Fa caldo e lui avrebbe dovuto essere in camera con …
- Scusami, non ci ho pensato, credevo che tu stessi…… -
Emilio ride ancora di fronte all’imbarazzo di lei. Sono passati pochi mesi da quando ha cambiato vita eppure è già molto sicuro di se, è conscio di essere un bel ragazzo, lo vede ogni volta che va in paese da ragazze e signore che si girano, da donne che lo trattano con una cortesia esagerata cercando evidenti scuse per parlargli.
- Dillo pure se vuoi, non mi offendo. Come ti ho detto Maria ha preferito tornare a casa per riposare e farmi riposare meglio. Tu invece………. Magari stai cercando Alfredo? –
Silvia arrossisce ancora di più scoprendo che lo zio sa di due sere prima. Non cerca di negare. E’ strano ma il tono che lui usa la induce a aprirsi senza problemi.
- No……….. stasera ho preferito stare da sola –
- Ah, beh, sarà contenta tua madre allora –
La battuta che Emilio dice ridendo apertamente è conclusiva. Lo sa, sa tutto.
Lui le si avvicina, le alza la testa che lei ha abbassato prendendola per il mento con due dita..
- Su, non c’è nulla di cui vergognarsi, sei giovane, bella, lui è un bel ragazzo –
Usa un tono paterno, fuori luogo visto che sono quasi coetanei, che la tranquillizza, la fa sentire sicura.
Lei alza la mano, la appoggia sui pettorali di Emilio, e è come se una scarica elettrica passasse da un corpo all’altro. Tacciono entrambi, concentrati sulla sensazione di quel minimo contatto fisico. Lui sente il tocco leggero di lei e lo trova erotizzante. Sente che tra le gambe qualcosa si sta muovendo. Lei avverte il calore del corpo di lui, la durezza del muscolo. Le viene voglia di accarezzarlo dappertutto, scoprire quel corpo virile così vicino.
E’ un attimo. Lei alza il volto, lui la prende sotto le ascelle e la solleva facendo aderire i due corpi. Silvia circonda con le gambe il corpo di lui, si abbarbica come edera a un tronco d’albero. Le due bocche si toccano, si esplorano, si invadono a vicenda con le lingue guizzanti. E’ un bacio estremo, un voler entrare l’uno nell’altra, tra lingue che combattono, denti che si urtano, labbra che s’inseguono.
Dura forse un minuto poi si staccano. Si guardano negli occhi. Pensieri veloci corrono per le loro menti. Adesso è il momento in cui potrebbero fermarsi se lo volessero, ma non lo vogliono. Non lo vuole lui che cammina con lei addosso fino a farla sedere sul tavolo della cucina, non vuole lei che si lascia adagiare sul ripiano e si stende allargando le cosce per liberarlo e stringendole per aiutarlo a toglierle le mutandine.
Emilio ha davanti agli occhi la micina di Silvia, diversa da quella di Maria a cui è abituato. E’ la seconda micina che vede nella sua vita, ne apprezza la freschezza, la minuscola fessura appena nascosta dalle grandi labbra, i pochi peli corti appena sopra. Sa cosa fare, Maria gli ha insegnato bene e scende con la bocca a rendere omaggio a quella fighetta facendo sospirare Silvia.
La lecca a lungo senza tralasciare nulla, bagnando il perineo con saliva copiosa, entrando in lei quanto può con la lingua, suggendo il piccolo bocciolo e inducendo Silvia a un orgasmo potente che la scuote nel profondo lasciandola abbandonata sul piano duro del tavolo, appagata, a assaporare i piccoli fremiti che ancora la percorrono.
Non è finita. Emilio si è eccitato molto a leccarla, in lui è cresciuta prepotente la voglia di penetrarla, scoparla, fotterla, possederla. Si rialza in piedi e velocemente si cala i pantaloncini. Il suo uccello è teso, pronto. Lo fa scivolare un poco lungo il canale, tra le labbra, bagnandolo coi succhi di Silvia, e lei lo sente e sente rinascere la voglia. Si tira su col busto, lo prende con una mano e se lo struscia addosso, tra le grandi labbra, sull’attaccatura delle cosce, sul clitoride. Poi lo porta a sé, all’apertura palpitante che lo attende e lo tiene lì.
Emilio si è gustato queste carezze e ora deve solo farsi un pochino avanti con i fianchi per sentirsi inghiottire da un cunicolo caldo e bagnato. La sente più stretta di Maria, gli avvolge l’uccello come un guanto resistendo all’ingresso. Non se ne preoccupa, spinge fino a che non le è tutto dentro godendo delle sensazioni centimetro dopo centimetro. Lo stesso sta facendo lei sentendosi aprire con decisione. Quella presenza grossa e dura in lei le riaccende l’orgasmo. Muove i fianchi per sentirlo meglio, poi ancora perché le è piaciuto, poi ancora e ancora, sempre più veloce, scuotendosi sul tavolo, allungando le braccia al collo di lui per reggersi mentre si muove.
Emilio sta fermo, lascia fare lei deliziato dalle sensazioni che quei movimenti gli provocano. Alla fine non ce la fa più, prende a muoversi, avanti e indietro, muove anche lui i fianchi per toccare punti inesplorati in lei. Quasi si staccano per quei movimenti convulsi, poi riescono a sincronizzarsi e vanno avanti in un crescendo che li fa prima mugolare, poi gemere e infine gridare. Lei ne suo secondo orgasmo, più intenso del primo, lui riuscendo appena in tempo a uscire da lei per spararle sul ventre densi e caldi schizzi di seme.
Riprendono fiato così, ancora attaccati, lei che lo tiene per le spalle, lui per le anche. Non hanno detto una parola. Ora si staccano, lui fa un passo indietro permettendole di alzarsi. Lei raccoglie le mutandine da terra e si avvia verso il bagno, vuole fare una doccia per togliersi di dosso il seme di lui che pure, camminando, si spalma sulla pancia. Gli passa accanto e si ferma un istante, le due bocche si muovono l’una verso l’altra in un ultimo bacio ardente, poi lei va verso le scale. Emilio va al frigo a prendersi una birra, ancora nudo. Il freddo della bibita lo ristora, lo fa tornare lucido. Riflette che ha appena scopato la nipote ma non si sente in colpa, è stato naturale, spontaneo da parte di entrambi. Ha provato la seconda donna della sua vita, sta già facendo i confronti tra le due. Sorride alla notte che entra dalla finestra aperta. E’ felice.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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